Mef-Mise-Bei: accordi per finanziare gli investimenti in ricerca e sviluppo, infrastrutture e capitale umano

Pubblicato il 10 giugno 2014 · Finanziamenti & Contributi

Istituito nuovo fondo di 500 milioni per progetti in ricerca e sviluppo delle Pmi e delle aziende a media capitalizzazione Mid-cap e accordo quadro per sostenere la realizzazione di infrastrutture, promuovere il credito a studenti universitari e favorire l’occupazione giovanile. Queste le finalità di due iniziative che hanno preso il via, lo scorso 4 giugno, con la sottoscrizione di due distinti accordi con la Banca europea per gli investimenti da parte del ministro dell’economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan e del ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi. Per la Bei gli accordi sono stati sottoscritti dal presidente, Werner Hoyer.

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La prima iniziativa prevede l’utilizzo di 100 milionidel Fondo di garanzia per le Pmi del Mise, per la copertura dei rischi di prima perdita in progetti di ricerca e sviluppo. Grazie all’impiego di tali risorse, la Bei attiverà un portafoglio di prestiti di 500 milioni, che darà vita a una operazione innovativa a livello europeo, nella quale Stato italiano e Bei condividono il rischio (risk sharing initiative). Per ogni euro di garanzia dello Stato la Bei concede credito per cinque euro. In altre parole si tratta di una moltiplicazione (effetto leva) da 1 a 5 delle risorse pubbliche nazionali. L’accordo consente quindi di finanziare progetti di ricerca e sviluppo con un profilo di rischio più elevato, ma soprattutto di utilizzare risorse ingenti in una logica diversa dalla contribuzione a fondo perduto.

La seconda iniziativa, invece, consiste in un accordo quadro tra i due ministeri e la Bei, al fine di collaborare e aumentare le risorse per il finanziamento di nuovi investimenti. Nello specifico la collaborazione si svilupperà su tre livelli:

  • individuare progetti per la realizzazione di infrastrutture e studiare congiuntamente le forme più opportune per finanziare le opere;
  • individuare progetti sostenuti da fondi strutturali europei ai quali aggiungere risorse Bei in diversi campi: piccole e medie imprese, occupazione giovanile, diritto allo studio, infrastrutture (soprattutto nel Sud Italia), agenda digitale, ricerca e sviluppo, efficienza energetica e sviluppo sostenibile;
  • fornire assistenza tecnica ai soggetti che programmano l’impiego dei fondi strutturali europei per il ciclo 2014-2020 in modo da ottimizzare l’utilizzo di queste risorse in combinazione con i fondi della BEI.

Come ha sottolineato il presidente Hoyer, con queste due nuove iniziative la Bei riafferma il suo forte impegno nel finanziamento all’economia italiana e con la firma della Italian risk sharing initiative, l’Italia si pone come precursore nell’innovazione finanziaria. A detta di Hoyer, il fondo costituisce un’assoluta novità per i prestiti ai progetti in ricerca e sviluppo e una struttura da replicare in altri Paesi.

L’Accordo quadro siglato con MEF e MISE, infatti, faciliterà l’attività della Bei in Italia e permetterà di incentivare il supporto diretto agli obbiettivi di crescita del Governo, anche offrendo know-how nella fase di preparazione degli investimenti.

Il ministro Padoan, invece, ha così commentato la stipula degli accordi: “Dobbiamo fare ogni sforzo possibile per raggiungere livelli di crescita tali da favorire la creazione di nuova occupazione. Per avere una crescita sostenuta e sostenibile servono investimenti, soprattutto privati. Con questi accordi potenziamo la capacità della finanza pubblica di fungere da stimolo all’iniziativa privata, favorendo l’afflusso di credito alle imprese. E al tempo stesso non trascuriamo quegli investimenti strategici nelle infrastrutture e nel capitale umano che migliorano il business environment e rendono il paese più attrattivo per gli investimenti privati”.

Secondo il ministro dello Sviluppo economico Guidi, infine, gli accordi siglati con MEF e Bei seguono lo stesso filo conduttore dei provvedimenti a sostegno della finanza d’impresa, che il governo si accinge a varare nell’ambito del decreto competitività. Essi mirano al sostegno degli investimenti industriali nella ricerca, sviluppo e innovazione come formidabili leve competitive per crescere e creare nuova occupazione.

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