Bonus Ricerca e Innovazione: ancora problemi di copertura per il credito di imposta
Lo scorso 2 ottobre il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha partecipato all’edizione 2014 dell’Assemblea delle PMI in corso a Napoli. La conferenza, organizzata nell’ambito del Semestre di Presidenza Ue e in stretto raccordo con la Direzione per l’Impresa e l’Industria della Commissione Ue, ha offerto l’occasione al Ministro Guidi per illustrare le misure che il governo intende attuare per rafforzare un settore che rappresenta la quasi totalità delle imprese europee: le PMI occupano l’80% degli addetti e producono i due terzi dell’intero valore aggiunto. Sono circa 20 milioni, un quinto con sede in Italia.
Per aumentare la competizione, ha spiegato il Ministro, “si deve puntare su tre leve. Innanzitutto innovazione per fare della UE un continente dove sia facile sviluppare startup e nuovi business, dove mondo della ricerca e sistemi della formazione siano in costante raccordo con il sistema delle imprese”. E ancora “l’internazionalizzazione, la finanza e l’accesso al credito: troppe PMI avvertono ancora gli effetti del razionamento del credito e l’urgenza di soluzioni alternative per il loro fabbisogno di finanziamento”.
Nell’intervento Guidi osserva che “con la legge di Stabilita’, pur in un quadro di risparmio, cercheremo di rendere pienamente operativo il credito di imposta su ricerca e innovazione“. Permangono problemi di copertura e per la sua attuazione è previsto un decreto ministeriale non ancora emanato.
L’idea allo studio (Fonte: Sole 24 Ore del 27 settembre) è quella di far diventare quinquennale – non triennale come previsto dalla norma attuale – il beneficio fiscale del 50% calcolato sull’incremento dell’investimento. Ma i tecnici del Mise insieme e quelli dell’Economia puntano anche a potenziare la dote: dai 600 milioni in tre anni previsti in Destinazione Italia si passerebbe, questa l’ipotesi su cui si lavora, a 2 miliardi in cinque anni (400 milioni all’anno). Non solo: per rendere più appetibile il bonus si alzerebbe l’asticella massima del valore dei progetti da agevolare ora fissata a 2,5 milioni raddoppiandola a 5 milioni se non addirittura portandola a 10 milioni.
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