PMI europee: la Commissione pubblica la valutazione delle prestazioni 2013

Pubblicato il 7 ottobre 2014 · Programma Horizon 2020

Lo scorso 3 ottobre 2014 la Commissione europea ha pubblicato le conclusioni della valutazione annuale delle prestazioni delle PMI e delle schede informative SBA specifiche per paese. La valutazione delle prestazioni delle PMI analizza i progressi compiuti dai paesi europei nell’attuazione dello Small Business Act.

Nel 2013 le condizioni economiche hanno continuato ad essere difficili per le PMI in gran parte degli Stati membri. Fra questi, è emersa una chiara distinzione: il gruppo dei paesi in testa comprende la Germania, l’Austria, la Svezia, il Belgio, Malta, il Lussemburgo, il Regno Unito e la Francia. In questo gruppo l’occupazione e il valore aggiunto delle PMI sono in piena ripresa ed hanno addirittura superato i livelli del 2008, anche se questa evoluzione varia ed è più o meno consolidata a seconda dei paesi. Alla crescita generalmente forte del valore aggiunto registrata nei paesi di questo gruppo non corrisponde tuttavia una crescita altrettanto forte dell’occupazione. Nel 2013 soltanto le PMI tedesche hanno avuto un livello di occupazione che ha superato del 10% quello del 2008.

Dall’altra parte vi è un gruppo comprendente dieci paesi: la Grecia, la Spagna, il Portogallo, Cipro, la Croazia, l’Irlanda, la Romania, la Slovenia, la Lettonia e l’Ungheria. In questi paesi il valore aggiunto generato dalle PMI nel 2013 è stato inferiore del 10% (o più) rispetto al livello del 2008.

PMI

La situazione italiana è la seguente: la congiuntura economica ha ridotto la capacità di ottenere finanziamenti dalle banche, dai mercati di capitali e da altri enti creditizi; ciò ha determinato, tra il 2008 e il 2013, un calo del 5% del numero di PMI operanti nell’economia italiana. Nel 2013, il valore aggiunto delle PMI è stato inferiore del 3% rispetto ai livelli registrati prima della crisi. Il settore dell’edilizia ha subito una forte contrazione dal 2008 in termini di valore aggiunto e di occupazione. Tale contrazione ha riguardato sia le PMI (-34% e -30%), sia le grandi imprese (-20% e -27%).

Prima della crisi, l’industria manifatturiera italiana era la più grande in Europa, dopo quella della Germania ma tra il 2008 e il 2013, hanno cessato di operare circa 50.000 imprese, pari all’11% del totale. La produzione è diminuita notevolmente in quello che è uno dei pilastri del settore manifatturiero italiano: il comparto automobilistico. L’andamento del settore dei servizi appare più promettente. Dopo la crisi, le PMI che offrono servizi professionali in particolare nel campo della consulenza direzionale, dell’architettura e dell’ingegneria si sono sviluppate meglio rispetto a quelle che operano nella maggior parte degli altri settori. Il valore aggiunto è aumentato del 21% tra il 2009 e il 2013, mentre l’occupazione è rimasta sostanzialmente stabile.

Le proiezioni della Banca d’Italia per l’economia italiana riferite ai prossimi due anni indicano una modesta ripresa economica nel 2014 (+0.7% PIL) che dovrebbe accelerare, seppure di poco, l’anno successivo (+1%PIL). In base alle attese, la ripresa sarà guidata dall’export e dal graduale incremento degli investimenti produttivi, favoriti dal miglioramento delle prospettive riguardanti la domanda e dall’aumento della liquidità delle aziende, reso possibile anche dal pagamento dei debiti commerciali scaduti della pubblica amministrazione.

 Fonte: Commissione Europea.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

InResLab


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Contattaci per saperne di più