SCiO, lo spettrometro tascabile

Pubblicato il 7 gennaio 2015 · Casi di Successo, Novità dal mondo

Lo scanner è grande come un portachiavi e permette di analizzare le molecole di qualsiasi oggetto, dai cibi alla pelle umana. Cibo, medicine, piante e altro ancora: questo piccolo spettroscopio tascabile li scansiona, proiettandogli addosso un fascio di luce, e ci dice quali e quante molecole sono presenti nel campione, dopo aver mandato le informazioni a un server centrale, via internet (attraverso il nostro smartphone). Sarà ad esempio possibile misurare le calorie contenute in un alimento in tempo reale. A vederlo sembra una semplice penna Usb: è grande come un accendino e ha una lucina ad una delle estremità come il più classico dei portachiavi. Si tratta invece di uno spettrometro in miniatura, un dispositivo in grado di analizzare qualunque materiale.

SCiO

Il suo nome è SCiO ed stato progettato dalla startup israeliana Consumer Physics. Utilizzando i raggi near infrared, ovvero i raggi infrarossi più prossimi alla luce visibile, lo scanner riesce ad analizzare le molecole di qualsiasi oggetto e può comunicare al nostro smartphone molti dati utili, ad esempio sulla quantità di calorie del gelato che abbiamo davanti. Sembra quasi un gadget per salutisti estremisti, ma consentirebbe a chiunque di analizzare i prodotti che compra, rendendo impossibile qualunque frode. Lo si può usare per scegliere le mele con il miglior grado di maturazione, o per verificare che l’olio extravergine di oliva appena comprato non sia stato “falsato” con olio di semi. SCiO riesce anche ad isolare un singolo nutriente, permettendo di scoprire se nel campione di cibo sono presenti tracce di glutine o quanto alcol c’è in un cocktail. L’analisi, di per sé abbastanza complessa, viene trasformata in info grafiche comprensibili a tutti, rendendolo un valido alleato per chi è allergico o deve evitare determinati alimenti. Lo scanner può essere anche utilizzato per analizzare un terreno o avere un elenco completo dei componenti di un medicinale. Il team di sviluppo promette che presto sarà possibile anche verificare l’autenticità di un diamante. Chi non trovasse l’applicazione che fa al caso suo, può svilupparla partendo da un kit in dotazione, mentre gli utenti sono apertamente invitati ad analizzare tutte le superfici che hanno a disposizione. I dati, spediti all’archivio centrale, finiranno in un grande database che conterrà i profili spettrometrici di decine di migliaia di materiali, consentendo lo sviluppo di applicazioni sempre nuove.

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