Lo scorso 7 agosto gli esperti del Centro di Sperimentazione Laimburg e della Fondazione E. Mach di San Michele all’Adige hanno presentato agli agricoltori le attuali sperimentazioni nel campo dell’agricoltura biologica, volte a individuare soluzioni per ottimizzare la produzione. Buoni risultati sono stati ottenuti grazie alla tecnica di diradamento sviluppata dalla Laimburg.
Il Centro di Sperimentazione Laimburg è l’istituto di ricerca leader nel settore agroalimentare in Alto Adige e si occupa soprattutto di ricerca applicata diretta ad aumentare la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura altoatesina per garantire la qualità dei prodotti agricoli.
Ogni anno, i 200 collaboratori del centro lavorano a 350 progetti e attività in tutti campi dell’agricoltura altoatesina, dalla frutticoltura e viticoltura fino all’agricoltura montana.
Nel 2013, in Alto Adige, le aziende impegnate nell’agricoltura biologica erano 831; fra di esse sono incluse anche le aziende che stanno passando dalla produzione integrata a quella biologica. La coltivazione di mele e pere a biologico è arrivata al 7,5 per cento dell’intera superficie frutticola altoatesina. La viticoltura biologica, invece, viene praticata sul 5 percento della superficie viticola e le aziende di raffinamento e commercializzazione di prodotti biologici sono 262.
Come spiegato da Markus Kelderer, responsabile del reparto per l’agricoltura biologica presso il Centro di Sperimentazione Laimburg, l’ottimale rapporto di frutti per albero rappresenta un importante risultato sia per la qualità che per la grandezza dei frutti. Questo rapporto può essere raggiunto attraverso il diradamento, tecnica con la quale è possibile togliere parte dei frutti. Nell’agricoltura biologica sono state realizzate diverse sperimentazioni pluriennali con sostanze oleose, che, sparse sulle foglie delle piante limitano la fotosintesi delle piante. Gli alberi reagiscono allo stress con la perdita di una parte dei frutti. Tale tecnica si è rivelata molto efficace su certe varietà. “Nella coltivazione biologica della varietà di mela Gala – ha aggiunto Kelderer – questo metodo ci permette di ottenere l’ottima quantità di frutti per albero”. La tecnica sviluppata dalla Laimburg è già appliccata con successo nella prassi agricola.
I ricercatori hanno presentato anche sperimentazioni sul combattimento dell’afide lanigero, che causa gravi danni soprattutto per la coltivazione di varietà di mela come la Fuji. “Sappiamo che la potatura degli alberi influisce sulla diffusione dell’insetto”, ha dichiarato Kelderer. “Per resistere al parassita, l’albero deve trovarsi nel giusto equilibrio tra crescita e rendimento.” L’esperto conta su nuove conoscenze da portainnesti resistenti al parassita. Sono già partiti i primi test presso il Centro di Sperimentazione Laimburg, ma la strada è ancora lunga.
Gli esperti della Fondazione Edmund Mach, infine, hanno presentato le loro sperimentazioni in viticoltura biologica focalizzando su sperimentazioni per ridurre l’uso di rame. Anche in agricoltura biologica si possono effettuare dei trattamenti fitosanitari con rame, ma si cerca di trovare delle alternative. Mentre in frutticoltura si hanno delle sostanze sostitutive come il polisolfuro di calcio, la ricerca di alternative in viticoltura non ha ancora avuto successo.
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