Il robo-granchio realizzato per esplorazioni sottomarine: Crabster CR200

Pubblicato il 3 marzo 2014 · Novità dal mondo

Gli scienziati coreani hanno realizzato il primo robot utilizzato per missioni sottomarine.

Crabster CR200 è un gigantesco androide su zampe di fabbricazione coreana che sarà usato nell’esplorazione di fondali inaccessibili all’uomo. Il robot ha le sembianze di un granchio in piena regola, ma pesa piu di mezza tonnellata, per l’esattezza 635 chili ed è fatto di plastica, alluminio e fibra di carbonio. I veicoli sottomarini robotizzati svolgono un ruolo importante nella ricerca marina, nelle operazioni ambientali, nell’esplorazione in acque profonde e nelle missioni di  salvataggio e ricerca. La maggior parte dei ROVs (remotely operated vehicle) e degli AUVs (Autonomous Underwater Vehicles) hanno sistemi di spostamento basati su eliche, che permettono loro di compiere rapidamente manovre e di immergersi a grandi profondità. Ma ci sono alcuni luoghi dove queste macchine non possono accedere facilmente a causa delle forti correnti. Per superare questo ostacolo, i ricercatori dell’Istituto coreano di Ocean Science and Technology (KIOST) hanno cercato ispirazione non dai pesci, ma da creature marine dotate di arti come i granchi e le aragoste. Il risultato è stato Crabster. Crabster CR200 è il più grande robot sottomarino in grado di camminare sul fondo del mare. Ideato dagli ingegneri del Korea Institute of Ocean Science and Technology, ha sei zampe di 1,5 metri ciascuna che utilizzerà per proficue scorribande subacquee. Il mega “crostaceo”, finalizzato alle missioni di esplorazione scientifica e topografia commerciale, è in grado di spingersi in zone pericolose del fondale dove gli umani non possono immergersi.

crabster-cr200
Il robot può essere comandato in remoto, può fronteggiare le correnti sottomarine più forti abbassando la parte anteriore e sollevando quella posteriore, ancorandosi saldamente al fondo marino grazie alle sei zampe; è dotato di 11 telecamere, di cui una acustica per analizzare  le onde sonore e  dunque vedere  anche nelle acque più torbide e turbolente. Inoltre è dotato di un sonar che gli consente di realizzare mappe 3D del fondo marino da 3 a 150 m di distanza e due pinze estendibili per maneggiare i delicati reperti che dovesse trovare durante le proprie missioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

InResLab


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Contattaci per saperne di più