E’ stato presentato a Roma, ieri lunedì 7 aprile, alla presenza del Commissario UE per la Ricerca Geoghegan-Quinn ed al ministro dell’Istruzione Giannini, il programma Horizon 2020, il più grande programma di ricerca al mondo, che stanzia per la ricerca quasi 80 miliardi per sette anni. I finanziamenti di Horizon 2020 sono essenziali per il futuro della ricerca e dell’innovazione in Europa; le sue ricadute saranno importanti in ogni settore: nei prossimi sette anni si prevedono ritorni per 9 miliardi per le PMI. Il commissario ha incoraggiato fortemente l’Italia a fare la sua parte non solo spendendo di più per la ricerca per raggiungere l’obiettivo dell’1,53% del Pil entro il 2020 (oggi siamo all’1,26%), ma anche per creare le condizioni ideali per fare innovazione nel nostro Paese.
L’italia negli anni scorsi nell’ambito del 7° Programma Quadro ha fatto bene classificandosi quarta come numero di progetti presentati, ma va migliorata la qualità delle idee. Su 100 progetti presentati solo il 18% è stato approvato, a differenza di una media Ue del 20,5%.
Per l’Italia Horizon 2020 rappresenta una opportunità preziosa. Gli investimenti in ricerca sono necessari per incrementare la competitività del sistema economico e creare valore. Horizon 2020 è il futuro dell’Italia, dell’Europa e dell’intero continente che deve recuperare competitività – ha dichiarato il ministro Giannini – e deve collegare in modo chiaro ricerca e competitività ed inserire questi due concetti fondamentali all’interno di una visione strategica di politica.
Per il ministro Giannini l’Italia ha bisogno di «un Piano nazionale strategico della ricerca che diventi almeno triennale e possa diventare quinquennale». Oltre ai finanziamenti che il programma Horizon 2020 potrà portare in Italia, Giannini ha fatto riferimento ai 29,3 miliardi di fondi strutturali europei (22 dei quali riservati alle regioni meridionali) e ai 26 miliardi di co-finanziamento nazionale. Di questi 55 miliardi di finanziamenti per vari settori, la quota destinata alla ricerca ammonta a circa un terzo. La Giannini vuole spingere per far rivedere questa quota in modo da potenziare la ricerca italiana. Come ha spiegato Luigi Nicolais, presidente del Consiglio nazionale di ricerca, la ricerca è alla base della competitività di un Paese quindi non è una spesa ma un investimento.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
©RIPRODUZIONE RISERVATA