Rapporto UE sull’economia italiana: Ricerca e Sviluppo, leve fondamentali

Pubblicato il 31 marzo 2015 · Incentivi Ricerca e Innovazione

La Commissione Europea ha recentemente pubblicato la relazione sull’economia dell’Italia alla luce dell’analisi annuale della crescita della Commissione europea, che raccomanda tre pilastri principali per le politiche economiche e sociali dell’UE nel 2015: investimenti, riforme strutturali e responsabilità di bilancio. In linea con il piano di investimenti per l’Europa, esplora anche le modalità per massimizzare l’impatto delle risorse pubbliche e favorire gli investimenti privati.

ricercaIn Italia, il persistere di bassi livelli di crescita della produttività continua a perpetuare gli squilibri macroeconomici, ossia il livello molto elevato del debito pubblico e la debolezza della competitività esterna. Dallo scoppio della crisi, gli investimenti produttivi in Italia sono diminuiti in misura significativa, e sono ora inferiori dell’1,5% alla media dell’UE in percentuale del PIL. La mancanza di concorrenza sui mercati del prodotto, le carenze infrastrutturali e i bassi livelli di spesa per ricerca e sviluppo, in particolare da parte delle imprese, ostacolano la crescita della produttività. Pertanto, le principali sfide alle quali l’Italia deve far fonte sono il risanamento di bilancio favorevole alla crescita e l’attuazione delle riforme strutturali per accrescere la produttività.

Purtroppo, l’intensità di ricerca e sviluppo e l’innovazione sono scarse in Italia; l’intensità di ricerca e sviluppo delle imprese italiane era pari allo 0,67% nel 2013, rispetto ad una media UE dell’1,29%. Anche l’intensità di R&S del settore pubblico è ad un livello notevolmente inferiore rispetto alla media dell’UE (0,54% contro 0,72% nel 2013). Una delle cause è che l’Italia ha ridotto il bilancio pubblico a favore di R&S in misura più sostenuta rispetto al bilancio pubblico complessivo (la quota della spesa pubblica destinata alla Ricerca e Sviluppo è scesa all’1,02%, rispetto all’1,32% nel 2007). Al contempo, i mediocri risultati dell’Italia in materia di innovazione non contribuiscono certo al rinnovo del tessuto economico, in particolare quello derivante dalla rapida crescita di imprese innovative e dell’occupazione in attività ad alto coefficiente di conoscenze.

Nel 2014 sono stati compiuti passi limitati. Le autorità italiane hanno introdotto un nuovo credito di imposta per la ricerca e sviluppo per tutti i tipi di imprese. Il credito di imposta è tuttavia temporaneo (2015-2019), in continuità con le esperienze passate, quando le frequenti modifiche, il carattere temporaneo e la scarsa prevedibilità di queste misure ne hanno indebolito l’efficacia. Inoltre, saranno utili anche le misure volte a facilitare l’accesso delle imprese innovative al mercato del credito e a strumenti finanziari innovativi.

Fonte: Commissione Europea

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