L’Unione europea comprende 28 Stati membri con le loro regioni, tra le quali si riscontrano profonde disparità economiche e sociali. La politica regionale europea mira a realizzare concretamente la solidarietà dell’Unione e ridurre il divario di sviluppo tra le differenti economie regionali. A tale scopo, la Commissione ha creato strumenti finanziari (Fondi strutturali e di coesione) intesi a cofinanziare interventi negli Stati membri e per i quali l’Unione apporta il proprio contributo in modo sussidiario. I fondi intervengono a complemento delle azioni nazionali (incluse quelle regionali e locali), integrandovi le priorità comunitarie (fra le quali, quelle relative alla politica sugli aiuti).
Gli aiuti di Stato sono considerati dall’Unione Europea uno strumento utile quando contribuiscono al raggiungimento di obiettivi quali il miglioramento della tutela dell’ambiente o la ricerca al fine di produrre soluzioni innovative in tutti i settori economici o consentire la formazione e quindi la crescita umana e professionale del lavoratore. Producono invece effetti negativi sul’economia quando tengono in vita aziende inefficienti ed inadeguate al mercato o quando falsano la concorrenza tra le imprese. Per questo motivi la Commissione vigila sulla loro autorizzazione ed erogazione favorendo gli interventi utili che stimolano la crescita delle imprese beneficiarie e la competitività, con l’intento di incoraggiare gli Stati membri ad utilizzare nel modo più efficiente le risorse economiche.
Il controllo comunitario nel settore degli aiuti di Stato si basa su un sistema di autorizzazione preventiva. Questo sistema prevede che gli Stati membri siano tenuti a informare (cosiddetta notifica) la Commissione di ciascun progetto di finanziamento di un aiuto di stato, e non sia consentito attivare alcun aiuto prima della specifica autorizzazione dalla Commissione. La notifica di un progetto d’aiuto spetta allo Stato membro interessato (amministrazione centrale).La Commissione europea ha adottato (European Commission – MEMO/14/368 21/05/2014) nuove norme che facilitino la concessione di aiuti da parte degli Stati membri a sostegno alle attività di ricerca, sviluppo ed innovazione. Le nuove regole per gli aiuti di stato in R&D&I consistono di due parti complementari:
- Il nuovo GBER (General Block Exemption Regulation) stabilisce le condizioni alle quali gli aiuti per R&D&I sono esenti dall’obbligo di notifica preventiva alla Commissione (block-exempted);
- Il nuovo Framework for State aid for research, development and innovation (R&D&I Framework) contiene norme per la valutazione degli aiuti per le attività di R&D&I non ammissibili all’esenzione. La Commissione valuterà le misure notificate dagli Stati membri in base a questi criteri.
Le nuove norme sugli aiuti di Stato per R&D&I definite nel nuovo GBER e nel nuovo R&D&I Framework comprendono le seguenti caratteristiche principali:
- Maggiore flessibilità per l’implementazione delle misure di R&D&I (le soglie fino alle quali possono essere concessi aiuti senza il previo esame della Commissione sono state notevolmente aumentate);
- Livelli di aiuto ammissibile più elevati (l’intensità dell’aiuto cioè la percentuale dei costi del progetto fino a cui gli aiuti di Stato possono essere concessi, rimangono stabili per gli aiuti per R&D&I del block-exempted, ma sono significativamente aumentati per il R&D&I Framework;
- Semplificazione e maggiore certezza giuridica.
L’obiettivo generale delle nuove regole per gli aiuti in R&D&I è quello di contribuire al raggiungimento entro il 2020 del risultato di destinare il 3% del PIL dell’UE per la Ricerca e Sviluppo, garantendo quindi una crescita intelligente e sostenibile, e limitare le distorsioni della concorrenza dovute agli aiuti per R&D&I.
Scarica qui i nuovi R&D&I Framework e GBER.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
©RIPRODUZIONE RISERVATA