FIRENZE – Non c’è tempo da perdere, a partire da mercoledì 1 ottobre ed entro il 31 ottobre, dovranno essere presentate le domande per la prima fase, idee progettuali, da parte di imprese che intendono usufruire dei finanziamenti messi a disposizione dai tre nuovi bandi per ricerca e sviluppo e innovazione. L’approvazione dell’elenco delle idee progettuali ammesse avverrà entro il 31 dicembre 2014.
Si tratta di un passaggio fondamentale dei nuovi bandi, usciti il 13 agosto scorso, con l’obiettivo di rendere più competitive le imprese toscane di tutti i settori e dimensioni: dalle piccole e medie alle grandi, dalle micro, alle start up, con la finalità di guardare sempre di più ai settori di punta delle nuove tecnologie.
Alla prima fase seguirà la seconda, dei progetti esecutivi, con la presentazione delle domande, a febbraio 2015 e l’approvazione della graduatoria finale entro giugno 2015. Finanziati grazie all’anticipazione, da parte del bilancio regionale, di risorse che consentono di avviare la programmazione del Por 2014-2020 del Fondo europeo di sviluppo regionale, i tre bandi possono contare per ora su 8 milioni di euro, destinati a diventare quasi 200 all’arrivo delle risorse comunitarie.
“Siamo impegnati – spiega l’assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini – in un intenso dialogo con il mondo delle imprese, che ci ha portato in quasi tutte le province toscane con incontri che hanno visto oltre 1200 partecipanti. Siamo consapevoli che l’occasione offerta dei nuovi bandi è fondamentale e non può essere perduta. Per questo che, unica regione in Italia, la Toscana ha deciso di anticipare con il proprio bilancio parte delle risorse Fesr 2014-20. I nuovi bandi guardano in particolar modo a quelle più dinamiche, in grado di garantire il cofinanziamento ed un’immediata ricaduta dei progetti capace di moltiplicare gli effetti dell’investimento.
Il contributo può arrivare fino al 45% del costo ed è perciò una potentissima leva di sviluppo. Grazie a 200 milioni di contributi contiamo infatti di attivare circa 800 milioni in investimenti, contribuendo a far crescere davvero competitività e occupazione. E’ anche grazie a questo confronto quotidiano e diretto che, con i nuovi criteri metodologici, abbiamo inserito nei bandi novità dirette a semplificare la vita di chi presenta progetti. Ed è inoltre stato previsto l’obbligo per le imprese di attivare tirocini”.
Le novità. Si tratta di bandi innovativi, che vogliono incidere strutturalmente sull’assetto produttivo. Due esempi per tutti: l’aver delineato, da parte della giunta regionale, priorità tecnologiche precise come fabbrica intelligente, Ict, nanotecnologie o ancora come la previsione, nelle spese ammissibili, di quelle per personale altamente qualificato.
Ricerca industriale e prototipi. Per aiuti a ricerca e sviluppo si intende si intende sostenere le attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale delle imprese. Se da una parte la ricerca industriale punta all’acquisizione di nuove conoscenze e capacità, dall’altra, lo sviluppo sperimentale si basa sull’utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti per sviluppare nuovi prodotti, servizi e processi. Esiste quindi un forte salto qualitativo tra l’incremento di conoscenza e capacità e il semplice uso di conoscenze e capacità esistenti.
Scopo di ciascun progetto deve essere la realizzazione di prodotto, servizio, processo industrialmente utile. Per questo le proposte progettuali devono prevedere la realizzazione di un prototipo.
Gli aiuti alla ricerca e sviluppo sono concentrati in due bandi.
Bando 1 – Progetti strategici di ricerca e sviluppo
Beneficiari: grandi imprese in cooperazione con almeno 2 Micro piccole medie imprese (Mpmi) con o senza organismi di ricerca.
Investimento: da 3 a 10 milioni di costo totale ammissibile del progetto
Durata del progetto: 24 mesi
Bando 2 – Progetti di ricerca e sviluppo per le Pmi
Beneficiari: Mpmi in cooperazione tra loro o singole, con o senza organismi di ricerca
Investimento: da 200.000 a 3 milioni di costo totale ammissibile del progetto, nel caso di Mpmi in cooperazione tra loro; da 50.000 a 200.000, nel caso di Mpmi singole
Durata del progetto: 18 mesi
Aiuti all’innovazione. Con gli aiuti all’innovazione si intende sostenere le attività di innovazione delle micro, piccole e medie imprese. Il riferimento può essere a prodotti, servizi e processi nuovi o significativamente migliorati rispetto a quelli precedentemente disponibili, in termini di caratteristiche tecniche e funzionali, prestazioni, facilità d’uso (innovazione di prodotto e innovazione di processo); mutamenti significativi nelle pratiche di gestione aziendale e del lavoro, nelle relazioni con l’esterno e nuove strategie di marketing.
Ecco il bando.
Bando 3 – Aiuti all’innovazione delle PMI
Beneficiari: Mpmi in cooperazione tra loro o singole
Massimale d’investimento: da 50.000 a 500.000 di costo totale ammissibile del progetto
Durata del progetto: 12 mesi
Modello a due fasi. Come si è detto, tutti e tre i bandi saranno strutturati con un modello “a due fasi”, ovvero una prima fase di presentazione e valutazione delle idee progettuali che poi saranno validate da soggetti esperti e sulla base di una griglia precisa di criteri prefissati. La seconda fase vedrà la presentazione dei progetti esecutivi per quelli che hanno superato la prima soglia.
Beneficiari e priorità A beneficiare dell’aiuto, che sarà in forma di contributo in conto capitale, saranno le imprese di tutti i settori pubblici e privati e gli organismi di ricerca per i primi due bandi, mentre il terzo,(aiuti all’innovazione) riguarda il manifatturiero e i servizi per questo settore.
Priorità tecnologiche. Premesso che tutti i settori del manifatturiero potranno partecipare, sono state definite dalla giunta e sono Ict, fabbrica intelligente, chimica e nanotecnologie.
Intensità di aiuto Per quanto riguarda i bandi 1 e 2 la Regione può contribuire fino ad un massimo del 45% per le piccole imprese, fino al 40% per la media, e sino al 25% per la grande. Per il bando 3 l’intensità è pari al 30% del costo del progetto.
Premio a chi assume. La valutazione dei progetti si baserà sul grado di novità, sulla validità tecnica ed economica, sulla possibilità di sfruttamento aziendale dei risultati, le competenze coinvolte e la sostenibilità finanziaria. In quest’ottica saranno premiate le imprese che assicurano un aumento dell’occupazione, che hanno assunto lavoratori in mobilità nei 12 mesi precedenti la domanda, le imprese con certificazione ambientale di processo o prodotto, quelle localizzate in aree interne e quelle a titolarità femminile.
Obbligo tirocinio. Le imprese ammesse a contributo sono tenute ad attivare, nel periodo di realizzazione del progetto, almeno un tirocinio relativo al progetto stesso, pena una decurtazione del 10% del contributo.
Sburocratizzazione. I bandi anticipano quanto contenuto nella proposta sulla competitività che comporta una decisa sburocratizzazione ed accelerazione nell’istruttoria delle domande di aiuto e di snellire le procedure di erogazione e di controllo, la regolare rendicontazione amministrativo-contabile delle attività svolte dal beneficiario può essere verificata e attestata da parte di soggetti iscritti nel registro dei revisori legali mediante una relazione tecnica ed un’attestazione rilasciata in forma giurata e con esplicita dichiarazione di responsabilità. Riserve speciali Per ciascun bando, parte delle risorse sarà riservata ad una specifica graduatoria per il settore “green” e ad una per le imprese dell’area di Piombino.
Per dettagli e approfondimenti: http://www.sviluppo.toscana.it/fesrtest/index.php?section=04_Gestione%20in%20anticipazione
“Sempre per quanto riguarda l’ambito ricerca e sviluppo – ricorda l’assessore – nella nuova programmazione del Fesr 2014-2020 e quindi dal gennaio prossimo, sono previsti anche strumenti nuovi quali voucher per il finanziamento di microprogetti, come pure novità per l’avvio di start up”.
Voucher per micro progetti. Di prossima attivazione anche un nuovo strumento, inserito nel nuovo Por Fesr 20014-20, complementare agli interventi previsti dai tre nuovi bandi e a ulteriore rafforzamento dell’intervento regionale a favore dell’innovazione. Per l’acquisizione di servizi qualificati le piccole imprese che presentano progetti di piccola taglia, dai 20 ai 50 mila euro, potranno avere il contributo sotto forma di voucher.
Novità per le start up. Novità in vista anche per incentivare le start up più innovative. La giunta ha approvato su proposta dell’assessore Simoncini una delibera per la riorganizzazione del sistema regionale del trasferimento tecnologico.
Fonte: Toscana Notizie
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