La Commissione europea ha approvato 24 Programmi di sviluppo rurale (PSR) volti a migliorare la competitività del settore agricolo dell’UE, la cura per le risorse naturali e il clima, e il rafforzamento del tessuto economico e sociale delle comunità rurali nel periodo fino al 2020.
I PSR adottati serviranno a creare più di 40.000 posti di lavoro nelle zone rurali e circa 700.000 opportunità di formazione per favorire l’innovazione, il trasferimento delle conoscenze, pratiche agricole più sostenibili e imprese rurali più forti. Il finanziamento reso disponibile è di 27 miliardi di euro dal bilancio comunitario, co-finanziato da ulteriori finanziamenti pubblici a livello nazionale/regionale e/o da fondi privati.
Tra le azioni prioritarie dei programmi regionali e nazionali adottate vi sono: l’ammodernamento delle aziende agricole, il sostegno ai giovani agricoltori, la gestione sostenibile del territorio e delle infrastrutture. Gli Stati membri interessati sono: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Germania, Irlanda, Italia, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Per l’Italia sono stati approvati 5 Programmi:
- il Programma Rete Rurale nazionale;
- il PSR della Provincia Autonoma di Bolzano;
- il PSR dell‘Emilia-Romagna;
- il PSR della Toscana;
- il PSR del Veneto.
Con le suddette decisioni, sale a 51 il numero dei PSR approvati finora. In totale, sono previsti 118 programmi in tutti i 28 Stati membri, sostenuti da 99,6 bilioni di euro dei finanziamenti comunitari per il periodo 2014-2020 attraverso il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), co-finanziato da ulteriori finanziamenti nazionali, regionali e privati. I prossimi PSR da approvare per l’Italia dovrebbero essere Umbria, Liguria, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
Nonostante l’approvazione dei Psr del periodo 2014-2020, la chiusura del periodo 2007-2013 deve comunque rimanere l’obiettivo prioritario per evitare il disimpegno di risorse comunitarie a danno degli agricoltori. Infatti, se queste risorse non dovessero essere spese, ritornerebbero definitivamente nelle casse di Bruxelles. Le Regioni per evitare il disimpegno automatico delle risorse possono modificare i Psr 2007/2013 sino alla fine di agosto, spostando le risorse all’interno del Piano, privilegiando le misure più richieste dagli agricoltori italiani.
Fonte: Commissione Europea
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